Ogni essere umano possiede un Io o
Sé superiore e un Io o
Sé inferiore. Un Io dello Spirito che si è sviluppato in passato, e un Io del corpo che è di recente formazione.
L’Io superiore è pieno di sollecite idee, suggestioni e aspirazioni che riceve dal Potere Supremo, che l’Io inferiore o corporeo considera, invece, come cose fantastiche e visionarie. L’Io superiore ammette poteri e possibilità maggiori di quelli che l’uomo possiede e di cui gode oggi; e che l’Io inferiore non ammette, credendo che si debba vivere sempre come ha vissuto finora. L’Io superiore aspira a liberarsi dalle limitazioni, incapacità e dolori del corpo fisico; quello inferiore dice, invece, che noi siamo nati per soffrire e che dovremo continuare a dibatterci nelle tristi condizioni in cui hanno vissuto tutti quelli che ci hanno preceduto. L’Io superiore vuole foggiarsi una regola di vita tutta sua, sia nel bene che nel male; l’Io inferiore invece dice che dobbiamo accettare le regole già fatte da altri, secondo le opinioni, le creIldono q denze e i pregiudizi accettati dalle masse e stabiliti
dalla consuetudine.
«Sii fedele a te stesso» è un adagio molte volte ripetuto.
Ma a quale Io dobbiamo mantenerci fedeli? Noi abbiamo, in un certo senso, due mentalità: la mente del corpo e la mente dello Spirito.
Lo Spirito è una forza e un mistero. Tutto quello che ne sappiamo o potremo mai sapere, è che esiste e che incessantemente lavora e produce i risultati che si vedono nelle cose fisiche per mezzo dei sensi fisici, e molti altri risultati che da tali sensi non possono essere percepiti.
Ciò che noi vediamo di un oggetto, di un albero, di un animale o dell’uomo, non è che una parte di esso. Esiste per altro una forza che, per un certo tempo, tiene aggregati gli elementi che compongono queste forme, e questa forza agisce continuamente su di essi in un grado maggiore o minore. Essa costruisce il fiore fino alla sua completa fioritura; la fine della sua azione produce ciò che chiamiamo decomposizione. Questa forza trasforma incessantemente la composizione della materia organica: un animale, una pianta, un corpo umano, domani non saranno più identici a quello che sono oggi. Questa forza in azione perpetua e sempre variabile, che si cela in tutte le forme e che, in un certo senso, le crea, noi la chiamiamo Spirito.
Vedere, conoscere e giudicare la vita e le cose alla luce della conoscenza di questa forza, vuol dire far uso di ciò che vien chiamato Mente spirituale. Quando noi riconosciamo l’esistenza di questa forza meravigliosa, acquistiamo la possibilità di usarla e di dirigerla a vantaggio della nostra salute, della nostra felicità e della pace interiore. Composti come siamo di questa forza, potremo attirarla sempre più a noi e renderla parte integrale del nostro essere. Nel principio della nostra vita noi lasciamo agire questa forza ciecamente: viviamo, allora, nell’ignoranza della nostra mente materiale. Ma via via che la mente, con l’accrescere di questo potere, si sveglia e si sviluppa sempre più, ci si domanda: «Perché tanto dolore e tanta sofferenza nella vita fisica? Perché mai sembriamo nati solo per soffrire e per deperire?».
Questa domanda è il primo grido della mente spirituale che si risveglia e, simile ad ogni altra domanda di conoscenza profondamente sentita, dovrà avere, a suo tempo, adeguata risposta.
La mente materiale è una parte di noi stessi di cui si è appropriato il corpo e da questo è stata educata. Vivere in essa è come insegnare a un fanciullo che sono le eliche che fanno muovere un piroscafo, senza parlargli dell’esistenza del vapore che è il vero generatore della forza motrice.
Allo stesso modo in cui il fanciullo, cresciuto nell’errore, andrebbe a cercare nelle eliche la causa del suo arresto, se il piroscafo si fermasse, così la maggior parte di noi oggi non pensa che a riparare il corpo fisico quando la nostra salute è scossa, senza immaginare minimamente che il guasto possa trovarsi nella forza motrice: la mente.
La mente corporea o materiale vede, pensa e giudica solo dal punto di vista fisico e materiale: essa racchiude nel nostro corpo tutto ciò che esiste di noi.
La Mente spirituale invece, considera il corpo quale strumento di cui la Mente, o Io reale, si serve nei suoi rapporti con le cose esteriori.
La Mente materiale vede nella morte del corpo, la fine di quanto compone la nostra personalità; mentre la Mente spirituale nella morte vede soltanto la liberazione dello spirito da uno strumento consunto: essa sa che noi esistiamo come prima, invisibili soltanto agli occhi fisici.
La mente materiale considera la nostra forza fisica come prodotta esclusivamente dai nostri muscoli e dai nostri nervi, e non da una sorgente al di fuori del nostro corpo.
Questa mente vede nella parola e nello scritto i soli mezzi a nostra disposizione per comunicare col nostro prossimo ed influire su di esso. La mente spiri tuale invece sa che i nostri pensieri possono agire favorevolmente o sfavorevolmente sulle altre persone, anche se queste si trovano a mille miglia lontane da noi. La mente materiale non considera il pensiero quale un elemento reale simile all’aria e all’acqua; la mente spirituale, invece, sa che i suoi mille reconditi pensieri giornalieri sono cose reali e che tutti influiscono sulla mente delle persone a cui sono diretti.
La mente spirituale sa che la materia non è che un’espressione dell’energia dello Spirito e che è in continua trasformazione, in armonia con le direttive dello Spirito che crea o si esteriorizza nelle forme che noi chiamiamo materia. Quindi, se terremo costantemente davanti alla mente pensieri di salute e di forza, tali pensieri si trasformeranno in realtà e troveranno la loro espressione esteriore nel corpo apportandoci una vitalità sempre più intensa e sviluppando sempre più i nostri tessuti e i nostri sensi fisici.
La Mente considera la materia, e tutto ciò che i nostri sensi fisici percepiscono, come la parte più grande di ciò che esiste; la Mente spirituale invece considera la materia corale la più grossolana espressione dello
Spirito, la parte minore di ciò che in realtà esiste. La Mente materiale si rattrista al pensiero della decomposizione della materia; quella spirituale dà poca importanza alla disgregazione dei corpi, conscia com’è che lo Spirito e l’Energia motrice riposta in tutte le cose, ricostruirà, temporaneamente, altre forme fisiche di vita e di bellezza.
La mente corporea ritiene che i sensi fisici della vista e dell’udito, del tatto ecc., costituiscano tutti i sensi da noi posseduti: la Mente superiore o spirituale sa che noi possediamo altri sensi affini a quelli fisici, ma che agiscono assai oltre i limiti della materia. La Mente corporea è stata variamente chiamata mente materiale, mente mortale o mente carnale: queste denominazioni si riferiscono a una stessa mente, in altre parole, a quella parte del nostro Io che dal corpo è stata educata nell’errore.
Se voi foste nati e cresciuti fra gente che avesse creduto che la Terra fosse piatta e fissa e non sferica e in rotazione intorno al Sole, anche voi avreste creduto la stessa cosa. Proprio allo stesso modo, durante i primi anni avete assorbito i pensieri e le credenze di coloro che vivono attorno a voi e che ritengono che il corpo sia l’unica cosa che esista e giudicano perciò ogni cosa dall’interpretazione fisica che percepiscono.
Questo insieme di fatti costituisce la vostra mente materiale.
Essa, vedendo ogni cosa soggetta a morte o a disgregazione, crede che morte e decomposizione siano il fine ultimo dell’umanità, ignorando che il nostro Io reale, in questa morte e decomposizione non vede altro che una liberazione da un involucro consunto.
Questa percezione errata della mente materiale è la causa per cui una gran parte dell’umanità non sa sfuggire a un senso di tristezza e di scoramento che ora la pervade, e il primo risultato di quest’assenza di speranza è una ribellione che ci fa desiderare di raggiungere a ogni costo, in questa vita, la maggior somma di godimenti, dimenticando ogni senso di giustizia e di obiettività.
E questo è il grande errore poiché ogni piacere così costituito, non solo non può essere duraturo, ma porta con sé miseria e delusione centuplicate.
La Mente spirituale insegna che la gioia è il grande fine dell’esistenza umana, e indica vie e mezzi per ottenere una felicità durevole diversa da quelle suggerite dalla mente materiale. La Mente spirituale, aperta a nuove e più alte forme di vita, insegna
che esiste una legge che governa l’esercizio dei sensi fisici. Quando apprendiamo a conoscere e a sentire questa legge i nostri godimenti non diventano più sorgenti di un dolore maggiore della felicità, come avviene ora per molti.
Per Mente spirituale noi intendiamo, dunque, una più chiara visione mentale delle cose e delle forze che esistono in noi e nell’universo, forze delle quali l’umanità ha ignorato completamente l’esistenza.
Noi ne abbiamo al momento una vaga conoscenza, e solo pochi individui sono più illuminati di altri: ma questo è bastato per convincere alcuni che la vera causa del dolore umano non è stata riconosciuta nel passato.
In altre parole la nostra razza si trova ancora come in uno stato di infanzia, simile a quei bambini che credono sia il mugnaio colui che fa girare dal di dentro le pale del mulino, ignorando completamente la forza motrice del vento che agisce in tal caso.
Questa immagine non dà un quadro esagerato dell’ignoranza in cui vive la massa, la quale respinge l’idea che il pensiero sia un elemento che ci circonda con la stessa abbondanza dell’aria, e che diretto ciecamente da individui nel dominio della mente materiale, fa muovere le pale del mulino ora in una direzione, ora in un’altra, talora con buoni risultati, molto più spesso con risultati pessimi.
Un cambio di abiti non è il corpo che essa riveste: eppure la mente materiale ragiona a questo modo. Essa non sa di cose che possono rivestire lo spirito, poiché non sa neppure che corpo e spirito sono due cose distinte. Essa dice che il vestito (il corpo) è tutto ciò che esiste dell’uomo. Così quando l’uomo si ammala, tutti gli sforzi per ridonargli la salute tendono a riparare l’involucro, non a ravvivare il potere che ha costruito il corpo.
Non esistono probabilmente due individui nei quali l’azione delle rispettive menti, materiale e spirituale, sia identica. In alcuni la Mente spirituale non è affatto risvegliata; in altri ha cominciato appena a dare i primi segni, come a persone appena deste dal sonno, che vedono le cose vagamente e indistintamente; altri ancora sono molto più risvegliati, e questi sentono in maggiore o minor grado di possedere dentro di loro delle forze fino allora insospettate. In questi individui, la lotta fra mente spirituale e mente materiale è sovente molto dura; e tale conflitto è accompagnato da disturbi, da dolori e disagio, per un certo tempo almeno.
La mente materiale, finché non viene vinta e persuasa della verità, è in perenne antagonismo con quella spirituale. La parte ignorante di noi non vuole disfarsi delle vecchie abitudini di pensiero, e ci costa un vero sforzo, almeno al principio, ammettere di essere vissuti per tanto tempo nell’errore e di dover rinunciare a certi punti di vista così apprezzati. La mente materiale vuol continuare a battere l’antico sentiero come ha sempre fatto e come i più continuano a fare, e ciò perché man mano che passano gli anni le incrostazioni delle abitudini si fanno più spesse e ogni cambiamento di vita diviene sempre più faticoso.
La mente materiale vuol continuare a vivere nella vecchia casa dove ha sempre vissuto, vestire al vecchio modo, andare e tornare dal lavoro alla solita ora ecc. A una certa età poi, la mente inferiore si ribella all’idea di dover apprendere cose nuove, come la pittura o la musica, il cui maggior merito sarebbe di distrarre, di riposare la mente e fare in modo che per noi sia possibile abitare in un’altra parte del nostro essere, vivificando lo spirito e rendendo così più abile il corpo nel lavoro che noi perseguiamo.
La mente materiale considera quale utilità principale di ogni arte il mezzo di fare denaro, non già quello di dare varietà alla vita, fugare la stanchezza, riposare la parte della mente destinata agli affari, migliorando la salute della mente e del corpo. Inoltre, si trincera dietro l’opinione che si è troppo vecchi per apprendere cose nuove, opinione di tutti coloro che hanno oltrepassata la “fiorente maturità” e che desiderano adagiarsi nella metodica monotonia di una vita di riposo.
Essi accettano come inevitabile l’idea di divenire vecchi: la mente materiale suggerisce loro che il corpo deve gradatamente indebolirsi, allontanarsi dalla pienezza di vita della gioventù, invecchiare e finalmente morire.
La mente materiale dice che così è sempre stato e che per questo dovrà sempre essere così; essa accetta questa idea senza opporvisi e inconsciamente dice:
«Deve essere così».
Quando diciamo che una cosa “deve essere” creiamo la forza che immancabilmente la produrrà. In questo modo, la mente materiale vede il corpo deperire costantemente, pur trovando questa idea spiacevole e cercando di nasconderla il più possibile. Ma l’idea, rinforzata dalla morte di coetanei, ritorna sovente alla mente, e lo stato d’animo indicato dalle parole “dev’essere così”, porta, inevitabilmente, come risultato, la decadenza.
La Mente spirituale molto più illuminata, dice: «Se volete scacciare le malattie rivolgete, ogni volta che è possibile, il pensiero alla salute, al vigore, a spettacoli di forza come nubi in moto, cascate d’acqua, onde del mare, foreste d’alberi, uccelli vivaci in moto ecc.: così facendo attirerete a voi una corrente di questo pensiero sano e forte, rinnovatore, che viene chiamato dalla contemplazione di questi vigorosi soggetti materiali.
Ma soprattutto cercate di affidarvi al Potere Supremo che ha formato tutte queste cose e tante altre ancora, poiché Esso è la parte infinita e inesauribile del vostroSé superiore o mente spirituale, e più la vostra fede in questo potere si accrescerà, più ancora aumenterà la vostra stessa forza».
«Sciocchezze!» dice la mente materiale. «Se il mio corpo è malato io devo curarlo con mezzi fisici e tangibili; in quanto al mio pensiero, che io pensi bene o male, ciò non può avere influenza alcuna sul mio corpo».
Avviene spesso che una mente appena risvegliata a queste verità si lasci deludere e sopraffare dalla propria mente materiale o da quella di altre persone; ma quando il risveglio iniziale, che potrà tutt’al più essere ritardato nel suo sviluppo, sarà avvenuto, non
potrà più essere arrestato.
La Mente spirituale dice, invece: «Il nostro Io superiore può, a volte, non trovarsi là dove è il nostro corpo. Esso si trova allora là dove è la mente: in ufficio, in negozio, o presso qualche persona a cui siamo intimamente legati; il Sé superiore può trovarsi in ognuno di questi luoghi anche se essi sono lontani dal luogo dove si trova il nostro corpo».
«Sciocchezze!» risponde la mente materiale. «Io sono sempre là dove si trova il mio corpo e non altrove».
Molte idee che la nostra mente inferiore respinge e considera come fantastiche, sono invece suggerimenti del nostro Io superiore.
Ogni nostra idea contiene sempre una parte di verità, e non sempre possiamo portare questa parte di verità a una immediata relativa perfezione. Qualche mente evoluta può ben aver concepito l’idea di usare il vapore come forza motrice, ma tale forza non avrebbe potuto essere messa in uso allora come lo è adesso a causa dello stato ancora poco sviluppato, dell’uso e della manifattura del ferro, nella costruzione delle strade, e dei minori bisogni della società umana. Eppure, quell’idea corrispondeva alla verità, la quale, continuata ed elaborata poi da altre menti, ha portato il vapore, come forza motrice, al suo presente stato di relativa perfezione, lottando e vincendo argomenti e ostacoli opposti da menti rozze e ottuse.
Quando accarezziamo qualche idea e ci diciamo: «Questo può essere, anche se non vedo, per ora, il modo di realizzarlo», rimuoviamo la barriera che si erge fra noi e l’adempimento, la realizzazione delle nuove e strane possibilità che dormono dentro di noi.
La mente spirituale vede oggi dentro se stessa il potere di conseguire, nel mondo fisico, risultati assai più alti di quanto le masse possano raffigurarselo. Essa sa che, per quanto riguarda le possibilità della vita, noi siamo in una completa ignoranza; ma riesce però ora a percepire e comprendere alcune cose, come la salute perfetta, l’affrancamento dalla caducità del corpo, i metodi per ottenere, mediante l’azione della mente, quelle cose necessarie alla vita contingente. Ma la condizione necessaria indispensabile che viene richiesta è il predominio assoluto della Mente spirituale sulla mente materiale. Questo dominio, tuttavia, non implica il controllo tirannico sulla mente materiale: implica solo che sia spazzata via ogni resistenza e opposizione ai suggerimenti di natura spirituale; implica che il corpo diventi il servo volenteroso o piuttosto l’assistente dello spirito; e che la mente materiale non si creda superiore a quella spirituale; implica uno stadio in cui il corpo offra lietamente la sua cooperazione ai desideri dello spirito.
Così ogni potere sarà al servizio dello Spirito, nessuna dispersione di forza sarà necessaria per vincere le ostilità della mente materiale, e tutta la nostra energia potrà essere adoperata per lo sviluppo e per l’elevazione verso i regni del potere, della pace e della felicità: verso conseguimenti davvero miracolosi.
E non si deve ottenere questa vittoria sulla mente inferiore e sul corpo con mezzi violenti, con severi rifiuti, con punizioni ed espiazioni per errori commessi, o con altre dure pratiche ascetiche: questo è un sistema che rende spesso l’uomo duro, severo, intollerante, anche verso gli altri.
È da questa idea falsata della verità che è nata la comune espressione “mortificare la carne” o “soggiogare gli istinti animali” ecc.; è da questa falsità che hanno avuto origine ordini e associazioni di uomini e donne che cercano la santità principalmente attraverso le privazioni e la penitenza.
Quando ci sentiamo irritati con noi stessi per l’invadenza della mente inferiore o perché ricadiamo frequentemente nei nostri peccati ed errori abituali, o perché sopraffatti da periodi di irascibilità o di collera, non riusciremo a farci alcun bene apostrofandoci con parole dure o avvilendoci con pensieri di disprezzo. Chiamandoci “vili peccatori” noi non faremo che asserire l’idea del “vile peccatore” rendendola temporaneamente reale. Se la nostra visione mentale rappresenta noi stessi come esseri depravati e corrotti, inconsciamente faremo di quest’immagine una specie di ideale e ci svilupperemo in tal senso, fino a che il dolore e le pene derivanti da simile insano sviluppo non ci facciano ravvedere dal nostro errore o distruggano il nostro corpo.
Da questo erroneo stato d’animo, tanto sostenuto in passato, sono nati il bigottismo, l’intolleranza, la mancanza di carità verso il prossimo e una visione pessimista della vita, visione mentale, questa, che immancabilmente crea anche le infermità fisiche.
Ma quando la mente materiale è messa da parte o, in altre parole, quando ci convinceremo dell’esistenza di queste forze spirituali in noi e fuori di noi, quando apprenderemo a usarle rettamente (poiché le usiamo e le abbiamo sempre usate in qualche modo) allora, secondo le parole di San Paolo: «La morte viene assorbita nella vittoria»(1) e la minaccia e il timore della morte sono rimossi. La vita si carica di un glorioso divenire, dal bene di oggi al maggior bene di domani, ela parola “vivere” significa allora soltanto “gioire”.
(1)dalla prima lettera di S. Paolo ai Corinzi.
Articolo tratto integralmente da un estratto del Libro Il Dono, di Prentice Mulford
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